
Attilio Bertolucci
Data Mon 2 June 2008 8:00 | Categoria: Eftimios
| Per questo prato di fiori-di-carta che vado componendo, oggi ho scelto - dopo le (a fianco delle) singole poesie di Giovanni Pascoli, Toti Scialoja, Guido Cavalcanti, Paolo Conte, Giuseppe Ungaretti, Giuseppe Gioacchino Belli, Dino Campana, Trilussa, Gianni Rodari, Aldo Palazzeschi - una poesia di Attilio Bertolucci:
Per un bel giorno
Un cielo così puro un vento così leggero non so più dove sono dove ero. O gaggìa nuda, bruna violetta che nel calore fugace appassisci...
Giorno che te ne vai e non sai nulla di me e della violetta che tanto amo e del ramo nudo della gaggìa,
giorno, non andar via.
Perché l’ho scelta? Per la ragione generale che l’acacia - o gaggìa - ha vita breve. Anche la sua fioritura è breve. E in questa sua poesia Attilio Bertolucci non la fa lunga.
Secondo poi perché odora non di parole laureate, ma di piante colorate.
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