Il “Re Tamburello”: Alfonso X, re di Castiglia e Léon, deve la sua grandezza specialmente alla sua attività culturale. È considerato il fondatore della prosa letteraria castigliana. Cercò di riunire tutto il sapere della sua epoca nella lingua corrente parlata dai suoi sudditi. Fondò la Scuola dei Traduttori di Toledo in cui saggi musulmani ed ebrei traducevano al castigliano le opere antiche arabe ed ebraiche.
La sua opera scientifica, storica e letteraria fu fondamentale: ricordiamo in particolare il suo contributo all'astronomia con le Tavole Alfonsine. Per di più, promosse la redazione e pubblicazione di una serie di testi autorevoli sui vari campi della cultura artistica e scientifica. Fu inoltre un eccellente poeta in lingua galiziana e persino autore di uno dei primi trattati sugli scacchi. La sua attività sul terreno giuridico fu fondamentale per quanto riguarda la nazionalizzazione e statalizzazione del diritto vigente: fece tradurre in castigliano il Liber Iudiciorum del re visigoto Recesvindo, ottenendo così il Fuero Juzgo; promosse poi la redazione di un Fuero Real (raccolta di consuetudini applicate su tutto il regno, a cui vengono apportate modifiche tratte dal diritto romano e da quello canonico; realizzata nel 1252-55).
Infine è fautore, nel 1265, della compilazione delle Siete Partidas. Realizzò anche la prima riforma ortografica del castigliano, lingua che rese ufficiale nel suo regno, a scapito del latino (estratto da Wikipedia).
Compose, insieme ai suoi collaboratori, un totale di 420 ‘Cantigas de Santa Maria’.