Eseguire una musica significa interpretarla. Interpretare vuol dire capire le intenzioni, le emozioni dell’autore sino ad immedesimarsi in quello. Non sempre riesce. Non sempre l’esecutore « sente » la musica. Due fra i massimi esecutori di musica barocca a confronto, nell’esecuzione della medesima cantata.
Dieterich Buxtehude (1637-1707) : Heut Triumphieret Gottes Sohn, BuxWV43 nell’esecuzione di René Jacobs
Dieterich Buxtehude (1637-1707) : Heut Triumphieret Gottes Sohn, BuxWV43 nell’esecuzione di Ton Koopman
Uno dei due conduttori ritiene che la cantata in questione non sia opera di Buxtehude (non si ha la certezza che lo sia, in effetti). La ragione? Considera la struttura della cantata troppo elementare (intende « banale » anche se ha la carità di non spingersi sino a pronunciare il termine fatale) per essere opera di un gigante quale Buxtehude.
Ascoltando le due esecuzioni, si ha l'impressione che uno dei due direttori esegua la musica perché quello è il suo mestiere, e perché quindi non può certo ignorarla in una raccolta completa delle opere di Buxtehude (se è infatti non dimostrato che la cantata sia di Buxtehude, è pur sempre molto molto probabile che lo sia) ma che lo faccia senza convinzione. A vostro giudizio, al solo ascolto, è vero che uno dei due grandi esecutori « non sente » la musica? Quale dei due1 ?


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1 L'altro ha a disposizione Maria Cristina Kiehr: bella forza! Così siamo capaci pure a noi ad entusiasmarci per qualsiasi musica di qualunque autore!
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