È nato il 29 del mese di maggio scorso un nuovo coautore di questo sito-rivista – ‘Tonio’ – e una nuova rubrica a cadenza mensile - ‘vademecum per nuovi giunti’ - compresa nella categoria ‘Saggi’. Dopo ‘temi mariani’ – lettere dalla scuola – e 'vita di imprenditore' - lettere dall'impresa - un altro 'rappresentante' della ‘società civile’ parla direttamente, ascolta leggendo, risponde alle domande e ai commenti attraverso lettere dalla galera.
‘Tonio’ è un detenuto. Non può usare internet - la prima e unica rete di computer mondiale ad accesso pubblico realizzata. Ma siccome "solo chi vuole i mezzi vuole il fine", e il fine di questo sito-rivista è mettere in relazione le voci che gridano nel deserto e le orecchie capaci di sopportare troppa realtà, di volta in volta pubblicherò i suoi posts, da me desiderati, collegialmente cercati e individuati per via amicale (la strada maestra di questo sito), concordati, e infine ricevuti per lettera.
Trascorso qualche giorno dalla pubblicazione, raccoglierò i commenti e le domande che il suo post avrà suscitato, li stamperò e glieli spedirò, per lettera. Qualche giorno ancora e lui mi farà pervenire, sempre per lettera, le sue risposte ai commenti, le sue domande alle domande. E così, di mese in mese, ‘Tonio’ parteciperà dialogando a questa rivista intellettuale e morale - che in futuro accoglierà altri intellettuali di professione, altri scrittori per vocazione, e altre lettere - dalla parrocchia, dal porto, dalla comunità montana e via equamente solidarizzando fino al pieno sviluppo dell'"arte del vivere civile".
Ecco dunque di seguito - dopo l'autoritratto di 'Tonio' - la quarta parte del ‘vademecum per nuovi giunti’.
Fulmini
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Autoritratto
Il mio nome è Antonio. Ho 38 anni e sono in galera da quando ne avevo circa venti. Ho girato un sacco di carceri e questo in un certo senso mi ha fatto conoscere bene tutti gli aspetti della vita carceraria.
Purtroppo da ragazzo ho agito d’istinto e ho ragionato in termini di breve periodo. Non ho pensato alle conseguenze che avrebbero comportato determinate mie scelte, mi sono limitato a vedere quello che potevo ricevere nell’immediatezza, non ho usato la ragione.
A onor del vero io sono uno di quelli che ‘ci credeva’. Oggi nessuno vuole ammetterlo, ma spesso si abbraccia la bandiera delle varie mafie anche in funzione di certi valori che allora si credevano validi e onorati.
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Operatori Penitenziari: Chi sono e Cosa fanno (2)
L’assistente Sociale.
L’Assistente Sociale è un operatore le cui mansioni, in parte, possono essere considerate complementari a quelle svolte dall’Educatore.
Egli non solo partecipa all’opera di osservazione e trattamento, svolgendo attività intese a favorire un mantenimento di interessi culturali e sociali da parte del detenuto, ma funge da tramite tra quest’ultimo, la sua famiglia ed il contesto socio-ambientale.
Tra le tante attività, si evidenziano quelle dell’ndividuazione e attivazione di risorse (coinvolgendo strutture socio-assistenziali pubbliche e/o di volontariato).
All’interno dell’Istituto, l’Assistente Sociale svolge compiti di consulenza a favore dei detenuti, relativamente a problemi familiari, economici, o comunque legati al mondo esterno, nonché interventi di sostegno.
Riguardo a tali esigenze del detenuto, l’Assistente Sociale utilizza le risorse interne ed esterne a sua disposizione, rimuove eventuali ostacoli e previene ulteriori problemi.
Egli provvede inoltre a redigere relazioni (relativamente a problematiche socio-familiari) da inviare a: Tribunali, Uffici di Sorveglianza, Istituti Penitenziari e C.S.C.
Tra le sue competenze rientrano inoltre:
- trattamento dei sottoposti a misure alternative;
- controllo-aiuto degli affidati, art. 47 e seg. O.P.
- vigilanza-assistenza dei semiliberi;
- sostegno-assistenza dei sottoposti a libertà vigilata e dei detenuti in permesso o in licenza.