il legame : Raffaello: Trasfigurazione |
di venises , Tue 11 November 2008 6:00 |
|

La Trasfigurazione di Raffaello Sanzio (Urbino 1483-Roma 1520) conservata alla Pinacoteca del Vaticano |
“Si fa giudizio comune degli artefici che quest’opera tra tante, quant’egli ne fece, sia la più celebrata, la più bella e la più divina”.
"Gli misero alla morte al capo, ove lavorava, la tavola della Trasfigurazione che aveva finita per il cardinale de' Medici, la quale opera nel vedere il corpo morto e quella viva, faceva scoppiare l'anima di dolore a ognuno che quivi guardava".
"Ben poteva la pittura, quando questo nobile artefice morì, morire anche ella che quando egli gli occhi chiuse, ella quasi cieca rimase". Vasari | Dell’ultima opera di Raffaello, si dice1 che: • Raffaello non abbia ultimato il dipinto • la parte superiore (luminosa) e quella inferiore (buia) siano irreconciliabili • la parte superiore del dipinto sia di Raffaello mentre la parte inferiore sia stata dipinta dai suoi allievi2
Ora, questo modo di vedere non è solo falso: è imbecille, laddove nasconde proprio la grandezza di quest’opera. Concedendo retoricamente per un istante che la parte inferiore sia dovuta perlopiù agli allievi, cosa proverebbe che Raffaello non lasciò indicazioni? E quale ragione avrebbero avuto gli allievi di non seguire lo stile della scuola? Quest’interpretazione non è solo indimostrata ed insensata, è una frettolosa scorciatoia che – di fronte ad uno dei tratti salienti di quest’opera, il contrasto radicale (voluto!) fra le parti superiore ed inferiore del dipinto – fornisce una spiegazione che non spiega nulla. Ma, ahimè, non esiste scorciatoia che porti alla Verità. Avviciniamoci dunque per davvero a quest’opera.
Appena nominato nel 1515 vescovo di Narbonne, il cardinale Giulio de Medici commissiona due pale d’altare per la cattedrale della sua città, rispettivamente a Raffaello Sanzio e a Sebastiano del Piombo (allievo di Michelangelo). Non si tratta, in senso stretto, di una competizione, in quanto entrambi i dipinti sono chiaramente destinati ad essere esposti. Ma è una trappola, che scatta alla perfezione: si scatena una rivalità incontenibile fra i due. Pochi giorni dopo, è lo stesso Michelangelo ad essere al lavoro e a passare alcuni abbozzi a Sebastiano3. La gelosia e il terrore del confronto sono incontenibili in Sebastiano: “non voglio che veda il mio dipinto finché non avrà ultimato il suo”4. Ma la vera ragione della mossa del cardinale (che fosse astuto lo dimostra il fatto che sarà eletto papa, col nome di Clemente VII, nel 15235) è il grandissimo Raffaello – e solo lui. Al culmine della sua fama, celebrato e voluto da tutti, ormai questi sembra non aver più cura d’ultimare le commissioni ricevute: troppe attendono d’essere completate6. Il Cardinale ha visto giusto: questa, Raffaello la completerà: e sarà il suo capolavoro.
Sebastiano finisce il proprio dipinto nel maggio 1519, quando Raffaello non ha ancora nemmeno iniziato. Ma non è quella la fine: finirà che Raffaello annienterà Sebastiano. |
|
il legame : Baiser - Bacio |
di venises , Mon 11 August 2008 9:00 |
|

Racines
Trop lointaine pour être ma ville et trop unique pour ne pas l'être. Tu es la lumière dans mes yeux, la force dans mes mains, le courage de vivre. Tu es la vie que je ne peux pas avoir et dont je ne sais pas me passer. Tu es mon mieux que je ne savais pas d'être. Tu es le fil rouge de ma dignité, le premier et le dernier soupir ; chaque souffle c'est toi, la chaleur des mes caresses, le sourire de ma joie. Ton visage, la couleur de mes rêves.
Alessandro
|

Sensualité
Alessandro, C’est, je crois, lorsque j’ai senti ma peau réagir aux rayons du soleil traversant la fenêtre, lorsque ce frémissement de ma peau m’a porté à penser à toi, à toi seulement, à toi évidemment, que j’ai souri à la pensée de l’intrusion du désir et de la sensualité dans ma vie. Intrusion par celui-là même qui représentait à mes yeux l’intellect pur, le parachèvement de la réflexion. Avais-je oublié, ai-je jamais su, que ce n’était qu’une seule et même chose ? Je peux même en sourire désormais. Plus de lutte, parfois encore de l’incrédulité mais surtout une merveilleuse découverte. Et c’est mon corps qui a raisonné mon esprit ! Mon corps qui, bien avant que mon esprit ne cède, a donné sa confiance, a nourri en lui ce désir de toi, l’envie persistante de ton contact. Avais-je vraiment cela en moi avant toi ? Comment ai-je pu traverser toute cette vie sans en sentir l’appel?
Lucie |
|
|
|