Pensano: sì come sono sopravvissuto alla tua morte
Posso sopportare tutto
Per ciò partono in situazioni di pericolo
Senza sapere che può traboccare il vaso
E dicono in situazioni di ridicolo
Senza sentire l’oscenità delle lamentazioni
E invece no, sopporto niente
Né la vita: che è una sopravvivenza
Né la morte: che è un modo di non sentirci più
E allora vado avanti, anzi di lato
Come un gatto spaventato
Dove non so
Ma so che scrivendo
E filmando
E sognando
Stiamo ancora tutti, ma proprio tutti insieme
E il resto, finalmente, è silenzio.
Pasquale Misuraca, 19 ottobre 2020.