Secondo me è più divertente creare (martellando la tastiera o disegnando sulla sabbia o componendo un gesto) che esercitare potere (su se stessi o su altri), perché creando ci si libera di ciò che si era, delle incrostazioni conformistiche, delle tradizioni consolatorie, delle ripetizioni ossessive, e si dà forma al disorganico, disperso, insensato groviglio di eventi, esseri, paesaggi che rotea intorno a noi come un nugolo di mosche intorno a un morituro.
Scrivo questo ricordando Vincent van Gogh.

[fotografie 373 - Amsterdam, VAN GOGH MUSEUM, 2 gennaio 2008]
Su potere e conoscere ho scritto ricordando Anna Politkovskaja.