Mimmo Pesce, Frankenstein, 1980, marmo di Carrara

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[particolare - tre foto frontali, diversamente dalle foto documentarie delle sculture di Mimmo pubblicate in precedenza, dal momento che questa è una 'scultura frontale']
La rubrica 'pure sculture' ha un titolo volutamente ambiguo: ‘pure’ può essere inteso come aggettivo e come avverbio. Mimmo è artista multiforme. Nel 1987 avevamo appena finito di realizzare – lui interprete principale io regista – il film ‘Angelus Novus’ e mi chiese di presentare una sua mostra. Quelle parole le ho ritrovate nell’occasione della esplicitazione della tensione implicita nel titolo della rubrica (chissà di seguito cosa mostreremo di Mimmo) e le trascrivo:
“Negli anni del liceo, erano i primi dei Sessanta, studiavamo disciplinatamente ‘il disegno’, ‘la pittura’, ‘la scultura’. Era il Liceo Artistico ‘Mattia Preti’ di Reggio Calabria, e ripercorrevamo i confini delle ‘arti figurative’ con ciò che arte non è. Non tutti. La memoria mi dice che tra gli inquieti Mimmo primeggiava. Indisciplinato, sconfinava. Nella ginnastica, sui manifesti, nel teatro, nella città. Perciò Roma, quando vi sbarcò a metà dei Sessanta, apparve ai suoi occhi aperti una provincia.”