Confesso, sì, lo confesso, sto per confessarlo, ebbene confesserorlo che i graffiti amorevoli, le scritte invettive, i messaggi criptati lungo e largo i muri delle case e le mura delle città mi commuovono, mi straziano, mi chiamano, e spero che i giovanissimi e le giovanissime continuino a farli, farle, disegnarli, e sogno ad occhi aperti che dopo averli scoperti in flagrante, tutti i poliziotti e le poliziotte di questo mondo logorroico e afono, figurato e mondo, li costringano, li convincano, li preghino di rifare tutto questo e ancor di più, e meglio, come in un idealistico-materialistico blog-tatuaggio, nel proprio condominio da fondo, dalle cantine, a cima, agli stenditoi.