Johannes Kepler, rimasto vedovo si sposò una seconda volta, badando bene che il matrimonio avvenisse il giorno dell’eclisse di luna, affinché (sono parole sue) “lo spirito d’astronomo venga oscurato. Voglio celebrare il giorno di festa.” Non sappiamo quanto abbia celebrato il difensore matematico della Trinità, di certo in grande stile lo fecero gli invitati. Passata la festa, sentì infatti il bisogno di scrivere (e pubblicare) una Nova stereometria doliorum, un Nuovo calcolo del volume delle botti di vino.