Allontanatevi
dal cancello verde bottiglia
sgangherato cigolante
chiuso con la catena arrugginita
grande rumoroso il lucchetto prepotente;
lasciate la casa alle spalle aperta -
legatemi -
con dieci mandate salda sulla stecca di centro
stretta sulla strada allo scoperto del sole e dei venti;
inchiodatemi
i piedi sul selciato d’ingresso
sotto il pino d’Aleppo la curva ubriaca del gelsomino;
fermatemi
la testa con lino di ginestra ruvida di enigmatica sposa.
Lasciatemi
udire le albe l’abbaglio dei tramonti murmuri di onde
scroscianti su rocce materne costate di monti -
lasciatemi
sola - senza pietà - scoprire la strada e il suo passaggio,
per starmi sempre vicino allontanatevi.